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mercoledì 26 marzo 2008

Facciamo che io ero .... (di Fabrizio CASSINELLI)

Facciamo che io ero…
Quattro parole che evocano i ricordi più belli della mia vita. Quattro parole che contengono i sogni di tre bambine e del sottoscritto. Quattro parole che, in mancanza dei videogiochi, davano modo alle nostre menti (fervide), di spaziare nell’universo del gioco inventato lì per lì.
Alla televisione trasmettevano lo sceneggiato “Belfagor; il fantasma del Louvre”, e noi ci trasformammo per un’intera estate in investigatori, setacciando Pavia alla ricerca di indizi, che solo la nostra fantasia trasformava in prove concrete.
Ci bastava un sasso dalla forma e colore strani, per mettere in piedi un’inchiesta e collegarla al telefilm.
Quanti colpevoli avremmo potuto arrestare in quei giorni!
I vicoli più bui della cittadina si trasformavano in luoghi segreti, dove le nostre domande avrebbero trovato le risposte; dove potevano annidarsi i pericolosi malviventi cui davamo la caccia.
Lontani dagli occhi dei nostri genitori, più incoscienti di noi, che non sapevano cosa facessimo e dove fossimo; ma era un’altra epoca, senza i pericoli reali che attanagliano le nostre città in questi giorni.
Tre bambine e un bambino, pochi spiccioli in tasca, (soltanto io), una grande amicizia.
L’amore di una bimba, vero tornado, sempre ammaccata, che doveva ricorrere alle cure di mia mamma e di mia zia, per una sbucciatura ad un ginocchio o un rammendo alla gonnellina, prima di tornarsene a casa. Ricordo una volta, mentre percorrevamo il viale che ci portava ai giardini pubblici, che nella foga del gioco, Daniela finì distesa sul cofano di una mitica Alfa Romeo Giulia, parcheggiata sul marciapiedi. Non se ne era minimamente accorta. Fu una scena fantastica.
Facciamo che io ero…giochiamo a moglie e marito: divenne realtà.
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(data di prima pubblicazione sul sito Il Cassetto dei Sogni: 17 Gennaio 2007)

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