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giovedì 28 giugno 2012

Intervista a Daniela Musini

Su questa pagina potrete leggere l'intervista rilasciata da Daniela Musini alla rivista online 9Art

http://www.9artcorsocomo9.com/i-100-piaceri-di-dannunzio-il-vate-visto-con-gli-occhi-di-daniela-musini/

Daniela Musini trionfa anche negli States

Dopo oltre 6 mesi di assenza, torniamo con le ultime notizie su Daniela Musini, la (ormai) celeberrima Artista Abruzzese che sta facendo conoscere Gabriele d'Annunzio ed Eleonora Duse in tutto il mondo.
Quest'articolo, di cui pubblichiamo una scansione, è apparso negli Stati Uniti d'America su Oggi 7, l'inserto domenicale di America Oggi, il tabloid vcenduto negli U.S.A. insieme a La Repubblica, e riguarda gli spettacoli tenuti da Daniela a Philadelphia e a Pittsburgh, su invito del Consolato Generale d'Italia, in ricordo di Eleonora Duse, la grande Attrice Italiana morta proprio a Pittsburgh il 21 aprile 1924.
Daniela, come al solito, ha ricevuto standing ovations ed onori inverosimili, sino ad essere la "causa" della dicharazione, da parte del Consiglio Comunale di Pittsburgh, della Giornata di Eleonora Duse, istituita il 1° Giugno (data del concerto di Daniela a Pittsburgh), giornata che da ora in poi sarà celebrata ogni anno.
Da quel che sappiamo, questo è il primo ed unico tributo di siffatta portata alla grande Artista di Vigevano, che nemmeno nella sua città natale ha ottenuto un tale riconoscimento. E tutto questo grazie a Daniela, che con la sua passione e la sua immensa bravura è riuscita ad entrare talmente in simbiosi con la Divina Eleonora da diventare il suo alter-ego.
Per ulteriori notizie su questi ultimi avvenimenti, consultare il sito
http://www.danielamusini.com/
o la pagina facebook
https://www.facebook.com/groups/34583360877/

mercoledì 2 novembre 2011

Indiana Jones (di Daniela PROTTI)

Non è vero. Non lo volevo fare, non ne avevo la minima intenzione; allora perché sono qui?
Soltanto perché loro sono convinti che io non abbia paura di niente? Non è vero!

Accidenti, si è spenta: dove ho cacciato i fiammiferi?Ah, eccoli….nooo, mi sono caduti….presi!
Fiuuuu….

Ho paura si; ma ho anche questo maledetto amor proprio, che mi impedisce di dirlo. Il risultato? Eccomi qui; dove non vorrei assolutamente essere, a far qualcosa che non mi sento affatto in grado di fare…uffa.

Ma come faccio a passare di qui, ora? Ci passerò lì sotto? E se mi crolla tutto addosso? Bah, proviamo e via…si, dai che ci passo….

Certo, la colpa è mia; sono io, quella che si comporta come un maschiaccio. Sono io, quella che picchia più forte; e ahimè, sono io, quella che resta ferma mentre gli altri fanno un passo indietro….
Come dire; me la sono cercata.

Va a finire che mi perdo, qui; devo trovare qualche punto di riferimento per tornare indietro….bleah, che puzza! Ma cosa….oh…ecco cos’era: un topo morto! Bè, almeno sono sicura che lo ritroverò lì, al ritorno, eh eh….

Però non è giusto, ecco; non mi hanno lasciato scelta. Papà è ammalato, la mamma non se la sentiva, mia sorella è troppo delicata…..ero l’ultima rimasta, come potevo rifiutare anch’io? Sotto sotto, mi sa che mi hanno fregata, come al solito; sapevano, che lasciandomi per ultima, non potevo dire di no. La verità è che sono troppo ingenua, e mi “fanno su” con la carta velina. Uffa.

Caspita, guarda che meraviglia….chissà cosa c’è dentro; peccato che non posso fermarmi adesso. Però quando ritorno lo apro…..(se lo ritrovo), magari è la bara di qualche altro topo, ah ah…

Certo che dovrei proprio imparare a parlare chiaro; non è mica un disonore, aver paura! Non sono obbligata a fare l’ Indiana Jones in erba, per far piacere a loro….per loro no, però….

…..Ecco Indiana Jones, che senza paura (si fa per dire), si fa strada tra le rovine del tempio; (tempio magari no, ma rovine di sicuro, eh eh)
Avanza con circospezione, tenendo la candela protesa davanti a sé per illuminare eventuali trappole… e per non calpestare cose spiacevoli, si …(lo so, che ci voleva una torcia imbevuta di petrolio, ma la candela è tutto ciò che abbiamo, accontentiamoci).
Finalmente, laggiù in fondo si vede una luce; Jones sta per arrivare alla meta; ahiaaaa!!!!

Sarò imbecille, si? Mettermi almeno le scarpe chiuse….noooo; con le infradito, vengo qui….ma in fin dei conti ho 12 anni! Che ne sapevo io, di come si arriva su un tetto? Questo solaio è basso, sporco e scomodissimo; in compenso le mie ginocchia sono sbucciate un po’ più del solito…ma che botta sul ditone, sta già diventando blu.

Ancora un piccolo sforzo, ed ecco apparire….l’abbaino, finalmente! Dunque, devo mettere qualcosa sotto per arrampicarmi fuori: ecco, questi mattoni vanno bene, papà ha detto che ce ne sono parecchi…

Mamma mia, il più è fatto, fin qui sono arrivata; ora viene il bello. Uscire sul tetto e sistemare le tegole ….ahimè, adesso ho davvero paura! Papà mi ha detto di non uscire del tutto: che le tegole da sistemare sono proprio lì di fianco, e che basta allungare il braccio……
Si, ma le mie braccia sono molto più corte delle sue….chissà se se lo ricordava; e se non ci arrivo?

Dopo aver completato una scala di fortuna….(forse era meglio impersonare Mc Giver, mah…), Il nostro Indiana Jones in gonnella si arrampica sulla finestra dell’abbaino…..

Fantastico……mi dimentico le tegole, e mi incanto a guardare la città dal tetto; la mia casa è in un antico palazzo molto alto, da quassù vedo una città di tetti con camini dalle forme più fantasiose, tegole di tante tonalità diverse, giardini chiusi nei cortili come pietre preziose incastonate…è uno spettacolo che toglie il fiato anche a me, bambina maschiaccio di 12 anni….

A malincuore, Jones distoglie lo sguardo dal tesoro accecante, e rivolge la sua attenzione alle tegole da rimettere a posto (perché piove giù, in cucina); maledizione, non ci arrivo….
Con cautela, scivola fuori dal finestrino; rimanendo ben aggrappata allo stipite con la mano destra, allunga la sinistra verso le tegole….ancora un po’, dai, ancora un zic…..ci sono! (A volte, essere mancini aiuta)
Piano, pianissimo, le tegole ribelli tornano ai loro posti, almeno per il momento: poi, quando starà meglio, ci penserà papà a fissarle….fatto!

Caspita però, che meraviglia, sul tetto! Ora che ho fatto tutto, che ho superato anche questa prova, ecco che torna anche la mia baldanza di sempre….e la paura è già dimenticata.
Mentre torno verso la botola, raccogliendo quante più ragnatele mi è possibile, ripasso vicino al vecchio baule…..

La febbrile attesa è finita: è giunta l’ora di aprire L’Arca dell’Alleanza. Indiana Jones, accarezza dolcemente il coperchio dell’arca, avvicina le dita alla serratura, la fa scattare….hop-là!
Libri! Certamente testi rarissimi, nascosti lì dentro per evitare che i nazisti li bruciassero……devo salvarli!

Wow! Libri! Un po’ vecchiotti, un po’ impolverati, ma tutti sani, e tutti miei!!!!!!
Il problema ora è portarli giù; meno male che il mio grembiulino è largo, così ne raccolgo un po’, e lo tengo come fosse un fagotto…..camminare con in mano una candela e un fagotto di libri è tutt’altro che facile, specialmente se il fagotto in questione è il tuo vestito; ma ho bisogno di quei libri, così arranco dal baule alla botola per un numero vergognoso di volte: arrivo lì e li lascio cadere di sotto, cercando di non danneggiarli oltre.

Ecco Indi, che rientra trionfalmente al museo, con il frutto delle sue avventure…..

Allora? Ce l’hai fatta? Hai sistemato le tegole? Non avevi paura, a salire sul tetto?

Paura di salire su un tetto? E che ci vuole? Io non ho paura di niente!


giovedì 2 dicembre 2010

Sembra che ci siano problemi tecnici sui server di facebook, almeno per quanto riguarda il gruppo "Amici di Daniela Musini", il cui amministratore non riesce a pubblicare un messaggio della stessa Musini.
Per questo motivo pubblichiamo noi il messaggio, linkando poi lo stesso sulla pagina del gruppo.
Ecco il testo:

"Vorrei ringraziare attraverso Facebook Rossella Marini e Gianni Minarelli per il loro gradito intervento e tutti i miei concittadini rosetani che mi hanno contattato tramite mail/cellulare/sms e che mi hanno manifestato affetto e "solidarietà" dopo la mia lettera aperta sul periodico QUI ROSETO (www.quiroseto.it ). La mia lettera a pag 5 ha scatenato una piccola tempesta e francamente ne sono contenta! Un po' di sacrosanta e indignata polemica fa bene ogni tanto. Un abbraccio a voi tutti da una "rosetana" verace! - Daniela"


domenica 25 luglio 2010

MIA DIVINA ELEONORA

MERCOLEDI' 28 LUGLIO ore 22,30 Pescara - ex Aurum

Prima nazionale dello spettacolo teatrale MIA DIVINA ELEONORA di Daniela Musini

testo che ha conseguito tre prestigiosi premi:

Medaglia di bronzo al Premio Firenze 2003
Primo premio assoluto al "Premio Garcia Lorca" 2004
Coppa Sarah Ferrati per Autori di Teatro 2008

Personaggi e interpreti

Eleonora Duse: Daniela Musini

Gabriele d'Annunzio: Milo Vallone

Arrigo Boito: Claudio Marchione

Madeleine: Cristina Baldassarre

Con la partecipazione straordinaria di PAOLA GASSMAN nel ruolo di Sarah Bernhardt

Musiche di scena eseguite dal vivo dal M° Davide Cavuti

Regia: Milo Vallone

ingresso gratuito
Lo spettacolo teatrale Mia Divina Eleonora (che gode del Patrocinio del Vittoriale ed è prodotto dalla Compagnia della Memoria) è stato pensato come atto d’amore da parte di una Dannunziana quale è Daniela Musini alla Musa ispiratrice più importante di Gabriele d’Annunzio.
Un testo teatrale vibrante e potente che è un omaggio a questa inarrivabile Artista e alla sua Vita, costellata di successi ed eccessi, di gioie accecanti e di amarezze struggenti.
Essenziale, sublime, perfetta. Ecco com’era la Duse attrice.
Vibrante, inquieta, passionale. Ecco com’era Eleonora donna.
L’Autrice ne racconta gli amori, i trionfi, le ferite dell’anima e la genialità artistica, ma, soprattutto, il suo essere creatura appassionata e fremente, capace di tenerezze dolcissime e di collere furibonde, di indomabile forza d’animo e di vulnerabilità immedicabili.
Al centro della emozionante e coinvolgente vicenda teatrale si snodano lo straordinario sodalizio artistico e la passione rapinosa che la Duse visse con Gabriele d’Annunzio, il genio multanime della nostra Letteratura che grazie a lei, incomparabile Musa ispiratrice, raggiunse vertici eccelsi anche come drammaturgo.
Eleonora gli si donò incondizionatamente; lui, pur amandola, non le risparmiò sofferenze e umiliazioni.
Sulla scena si avvicenderanno, tramite slittamenti temporali punteggiati da un gioco sapiente di luci e da musiche dal vivo, anche altri affascinanti protagonisti: Arrigo Boito, suo grande amore, Sarah Bernhardt, sua sfavillante rivale, e Madeleine, personaggio fittizio, ma fondamentale nell’intreccio narrativo.
Ma la protagonista assoluta è lei, Eleonora, colei che il palcoscenico eternò nella Storia, il pubblico acclamò Divina, l’Amore rese disperata.

lunedì 12 luglio 2010

Giorno di Messa - Il prezzemolo del martedì (di Daniela PROTTI)

Prologo

Se aprite l’enciclopedia, sulla parola prezzemolo, troverete tra le altre, questa descrizione:
È velenoso per gatti, pappagalli e piccoli animali in genere, che infatti di norma evitano di cibarsene.
Ora, io non ho mai pensato di essere una gatto, neppure un pappagallo…e per il “piccolo animale in genere”, credo di avere un problema di dimensioni. Qualunque animale io sia, so con certezza che il prezzemolo mi fa male, e la storia che segue, ne è la riprova.
Dico riprova, perché so da anni, di avere questa…chiamiamola intolleranza, via: la verità è che se mangio qualche pietanza contenente questa apprezzatissima erba, io sto male davvero. A parte i “normali” sintomi da avvelenamento, l’effetto più disastroso sono le allucinazioni; più o meno mi fa l’effetto di una siringa di LSD formato famiglia, ecco! Per questo motivo, sto attentissima a evitarlo, e tutto è andato bene, fino a martedì…

Ma la mia storia inizia di sabato…
Sabato scorso, appunto, arrivai al paese dove da anni trascorro le mie (esigue) vacanze. Mentre, disfatti i bagagli mi riposavo sul dondolo, in attesa del pranzo, arrivò una comitiva di ciclisti, capitanata dal proprietario dell’albergo che mi ospita; passarono tutti in sala da pranzo, erano molto allegri e davvero tanti, per cui dovetti poi far alzare un signore da tavola, per poter uscire.
La sera, decisi di recarmi alla Messa prefestiva, ed essendo arrivata con qualche minuto di anticipo, vidi arrivare proprio l’uomo che avevo scomodato durante il pranzo; in jeans e Lacoste verde, capelli piuttosto lunghi, sui quaranta, salì sull’altare e si diede a disporre il necessario per la funzione.
La chiesa si andava riempiendo, e io guardavo quello che faceva, chiedendomi se fosse un giovane sagrestano o un chierichetto un po’ stagionato; poi sparì dietro l’altare, per riapparire dopo qualche minuto vestito da…era il parroco!
Esordì con: “Scusate se oggi sono un po’ rincoglionito, ma dopo la corsa in bici, sono stanchissimo…” E passò senz’altro a raccontare della gita, della corsa e della collaborazione tra i compagni. Devo dire che un prete così è sicuramente un personaggio interessante, e iniziò a balenarmi l’idea, visti i miei burrascosi precedenti religiosi, di farci un giorno quattro chiacchiere. La Messa finì prima che me rendessi conto, e me ne tornai allegramente in albergo, ripromettendomi di tornarci appena possibile, per fare qualche domanda a questo originalissimo Parroco.
Il giorno fatidico venne, ed era…martedì!
Martedì sera, andai di nuovo in chiesa per la Messa, e quando questa velocemente finì, aspettai che il Don (di cui tuttora ignoro il nome), potesse dedicarmi un momento per chiedergli un colloquio. “Subito!”, mi disse. Così ci trasferimmo in sagrestia, e chiacchierammo amichevolmente per una mezz’oretta. Mi consigliò di provare a leggere i Vangeli, una lettura però corsiva, tralasciando note e riferimenti: poi, se avessi voluto approfondire qualche punto, lui sarebbe stato disponibile a spiegarmelo.
Lo salutai, mi fermai in libreria, acquistai il libro dei Vangeli e me ne tornai in albergo. Mentre aspettavo la cena iniziai a leggere, e devo dire che la lettura si rivelò avvincente fin dall’inizio, con tutti quei diavoli, satanassi, ladri e traditori…meglio di un Fantasy…
Mi servirono la cena, e visto che ero sola a tavola, continuai a leggere…senza accorgermi di mangiare riso e prezzemolo...
Quando me ne accorsi era troppo tardi; l’avevo mangiato quasi tutto…Pensai che magari non sarebbe successo niente, che erano passati tanti anni, dall’ultima volta…
Invece no: avete idea, di quanti Diavoli ci fossero quella notte nella mia stanza? Erano decine! E io non potevo alzarmi, perché avevo mal di stomaco, e loro saltavano dentro dal balcone, avevano i forconi, entravano dalla porta chiusa (li vedevo, anche se erano al di là della porta), e mi volevano portare nella Geènna, là sarà pianto e stridore di denti…e io passai la notte a fissare la porta, perché se appena avessi distolto lo sguardo, Loro sarebbero entrati per portarmi via…
Al mattino, con gli occhi “a baletta”, mi addormentavo sulla tazza di latte della colazione; mi chiesero se avessi dormito bene, e io desiderai fortemente che uno dei Diavoli avesse dimenticato il forcone in camera mia, per inforcare il malcapitato seduta stante…controllai…li avevano portati via tutti!


domenica 11 luglio 2010

Indiana Jones (di Daniela PROTTI)

Non è vero. Non lo volevo fare, non ne avevo la minima intenzione; allora perché sono qui?
Soltanto perché loro sono convinti che io non abbia paura di niente? Non è vero!

Accidenti, si è spenta: dove ho cacciato i fiammiferi? Ah, eccoli….nooo, mi sono caduti….presi!
Fiuuuu….

Ho paura si; ma ho anche questo maledetto amor proprio, che mi impedisce di dirlo. Il risultato? Eccomi qui; dove non vorrei assolutamente essere, a far qualcosa che non mi sento affatto in grado di fare…uffa.

Ma come faccio a passare di qui, ora? Ci passerò lì sotto? E se mi crolla tutto addosso? Bah, proviamo e via…si, dai che ci passo….

Certo, la colpa è mia; sono io, quella che si comporta come un maschiaccio. Sono io, quella che picchia più forte; e ahimè, sono io, quella che resta ferma mentre gli altri fanno un passo indietro….
Come dire; me la sono cercata.

Va a finire che mi perdo, qui; devo trovare qualche punto di riferimento per tornare indietro….bleah, che puzza! Ma cosa….oh…ecco cos’era: un topo morto! Bè, almeno sono sicura che lo ritroverò lì, al ritorno, eh eh….

Però non è giusto, ecco; non mi hanno lasciato scelta. Papà è ammalato, la mamma non se la sentiva, mia sorella è troppo delicata…..ero l’ultima rimasta, come potevo rifiutare anch’io? Sotto sotto, mi sa che mi hanno fregata, come al solito; sapevano, che lasciandomi per ultima, non potevo dire di no. La verità è che sono troppo ingenua, e mi “fanno su” con la carta velina. Uffa.

Caspita, guarda che meraviglia….chissà cosa c’è dentro; peccato che non posso fermarmi adesso. Però quando ritorno lo apro…..(se lo ritrovo), magari è la bara di qualche altro topo, ah ah…

Certo che dovrei proprio imparare a parlare chiaro; non è mica un disonore, aver paura! Non sono obbligata a fare l’ Indiana Jones in erba, per far piacere a loro….per loro no, però….

…..Ecco Indiana Jones, che senza paura (si fa per dire), si fa strada tra le rovine del tempio; (tempio magari no, ma rovine di sicuro, eh eh)
Avanza con circospezione, tenendo la candela protesa davanti a sé per illuminare eventuali trappole… e per non calpestare cose spiacevoli, si …(lo so, che ci voleva una torcia imbevuta di petrolio, ma la candela è tutto ciò che abbiamo, accontentiamoci).
Finalmente, laggiù in fondo si vede una luce; Jones sta per arrivare alla meta; ahiaaaa!!!!

Sarò imbecille, si? Mettermi almeno le scarpe chiuse….noooo; con le infradito, vengo qui….ma in fin dei conti ho 12 anni! Che ne sapevo io, di come si arriva su un tetto? Questo solaio è basso, sporco e scomodissimo; in compenso le mie ginocchia sono sbucciate un po’ più del solito…ma che botta sul ditone, sta già diventando blu. E comunque, le scarpe chiuse non le ho….magari prima che inizi la scuola, la mamma me le compra; mica posso andare a scuola con le infradito di gomma…

Ancora un piccolo sforzo, ed ecco apparire….l’abbaino, finalmente! Dunque, devo mettere qualcosa sotto per arrampicarmi fuori: ecco, questi mattoni vanno bene, papà ha detto che ce ne sono parecchi…

Mamma mia, il più è fatto, fin qui sono arrivata; ora viene il bello. Uscire sul tetto e sistemare le tegole ….ahimè, adesso ho davvero paura! Papà mi ha detto di non uscire del tutto: che le tegole da sistemare sono proprio lì di fianco, e che basta allungare il braccio……
Si, ma le mie braccia sono molto più corte delle sue….chissà se se lo ricordava; e se non ci arrivo?

Dopo aver completato una scala di fortuna….(forse era meglio impersonare Mc Gyver, mah…), Il nostro Indiana Jones in gonnella si arrampica sulla finestra dell’abbaino…..

Fantastico……mi dimentico le tegole, e mi incanto a guardare la città dal tetto; la mia casa è in un antico palazzo molto alto, da quassù vedo una città di tetti con camini dalle forme più fantasiose, tegole di tante tonalità diverse, alcune tutte verdi, ricoperte di muschio; giardini chiusi nei cortili come pietre preziose incastonate…è uno spettacolo che toglie il fiato anche a me, bambina maschiaccio di 12 anni….

A malincuore, Jones distoglie lo sguardo dal tesoro accecante, e rivolge la sua attenzione alle tegole da rimettere a posto (perché piove giù, in cucina); maledizione, non ci arrivo, lo sapevo….
Con cautela, scivola fuori dal finestrino; rimanendo ben aggrappata allo stipite con la mano destra, allunga la sinistra verso le tegole….ancora un po’, dai, ancora un zic…..ci sono! (A volte, essere mancini aiuta)
Piano, pianissimo, le tegole ribelli tornano ai loro posti, almeno per il momento: poi, quando starà meglio, ci penserà papà a fissarle….fatto!

Caspita però, che meraviglia, sul tetto! Ora che ho fatto tutto, che ho superato anche questa prova, ecco che torna anche la mia baldanza di sempre….e la paura è già dimenticata.
Mentre torno verso la botola, raccogliendo quante più ragnatele mi è possibile, ripasso vicino al vecchio baule…..

La febbrile attesa è finita: è giunta l’ora di aprire L’Arca dell’Alleanza. Indiana Jones, accarezza dolcemente il coperchio dell’arca, avvicina le dita alla serratura, la fa scattare….hop-là!
Libri! Certamente testi rarissimi, nascosti lì dentro per evitare che i nazisti li bruciassero……devo salvarli!

Wow! Libri! Un po’ vecchiotti, un po’ impolverati, ma tutti sani, e tutti miei!!!!!!
Il problema ora è portarli giù; meno male che il mio grembiulino è largo, così ne raccolgo un po’, e lo tengo come fosse un fagotto…..camminare con in mano una candela e un fagotto di libri è tutt’altro che facile, specialmente se il fagotto in questione è il tuo vestito; ma ho bisogno di quei libri, (i miei li so ormai a memoria, e Natale è lontano…), così arranco dal baule alla botola per un numero vergognoso di volte: arrivo lì e li lascio cadere di sotto, uno per volta, cercando di non danneggiarli oltre.

Ecco Indi, che rientra trionfalmente al museo, con il frutto delle sue avventure…..

Allora? Ce l’hai fatta? Hai sistemato le tegole? Non avevi paura, a salire sul tetto?

Paura di salire su un tetto? E che ci vuole? Io non ho paura di niente!