Non è vero. Non lo volevo fare, non ne avevo la minima intenzione; allora perché sono qui?
Soltanto perché loro sono convinti che io non abbia paura di niente? Non è vero!
Accidenti, si è spenta: dove ho cacciato i fiammiferi? Ah, eccoli….nooo, mi sono caduti….presi!
Fiuuuu….
Ho paura si; ma ho anche questo maledetto amor proprio, che mi impedisce di dirlo. Il risultato? Eccomi qui; dove non vorrei assolutamente essere, a far qualcosa che non mi sento affatto in grado di fare…uffa.
Ma come faccio a passare di qui, ora? Ci passerò lì sotto? E se mi crolla tutto addosso? Bah, proviamo e via…si, dai che ci passo….
Certo, la colpa è mia; sono io, quella che si comporta come un maschiaccio. Sono io, quella che picchia più forte; e ahimè, sono io, quella che resta ferma mentre gli altri fanno un passo indietro….
Come dire; me la sono cercata.
Va a finire che mi perdo, qui; devo trovare qualche punto di riferimento per tornare indietro….bleah, che puzza! Ma cosa….oh…ecco cos’era: un topo morto! Bè, almeno sono sicura che lo ritroverò lì, al ritorno, eh eh….
Però non è giusto, ecco; non mi hanno lasciato scelta. Papà è ammalato, la mamma non se la sentiva, mia sorella è troppo delicata…..ero l’ultima rimasta, come potevo rifiutare anch’io? Sotto sotto, mi sa che mi hanno fregata, come al solito; sapevano, che lasciandomi per ultima, non potevo dire di no. La verità è che sono troppo ingenua, e mi “fanno su” con la carta velina. Uffa.
Caspita, guarda che meraviglia….chissà cosa c’è dentro; peccato che non posso fermarmi adesso. Però quando ritorno lo apro…..(se lo ritrovo), magari è la bara di qualche altro topo, ah ah…
Certo che dovrei proprio imparare a parlare chiaro; non è mica un disonore, aver paura! Non sono obbligata a fare l’ Indiana Jones in erba, per far piacere a loro….per loro no, però….
…..Ecco Indiana Jones, che senza paura (si fa per dire), si fa strada tra le rovine del tempio; (tempio magari no, ma rovine di sicuro, eh eh)
Avanza con circospezione, tenendo la candela protesa davanti a sé per illuminare eventuali trappole… e per non calpestare cose spiacevoli, si …(lo so, che ci voleva una torcia imbevuta di petrolio, ma la candela è tutto ciò che abbiamo, accontentiamoci).
Finalmente, laggiù in fondo si vede una luce; Jones sta per arrivare alla meta; ahiaaaa!!!!
Sarò imbecille, si? Mettermi almeno le scarpe chiuse….noooo; con le infradito, vengo qui….ma in fin dei conti ho 12 anni! Che ne sapevo io, di come si arriva su un tetto? Questo solaio è basso, sporco e scomodissimo; in compenso le mie ginocchia sono sbucciate un po’ più del solito…ma che botta sul ditone, sta già diventando blu. E comunque, le scarpe chiuse non le ho….magari prima che inizi la scuola, la mamma me le compra; mica posso andare a scuola con le infradito di gomma…
Ancora un piccolo sforzo, ed ecco apparire….l’abbaino, finalmente! Dunque, devo mettere qualcosa sotto per arrampicarmi fuori: ecco, questi mattoni vanno bene, papà ha detto che ce ne sono parecchi…
Mamma mia, il più è fatto, fin qui sono arrivata; ora viene il bello. Uscire sul tetto e sistemare le tegole ….ahimè, adesso ho davvero paura! Papà mi ha detto di non uscire del tutto: che le tegole da sistemare sono proprio lì di fianco, e che basta allungare il braccio……
Si, ma le mie braccia sono molto più corte delle sue….chissà se se lo ricordava; e se non ci arrivo?
Dopo aver completato una scala di fortuna….(forse era meglio impersonare Mc Gyver, mah…), Il nostro Indiana Jones in gonnella si arrampica sulla finestra dell’abbaino…..
Fantastico……mi dimentico le tegole, e mi incanto a guardare la città dal tetto; la mia casa è in un antico palazzo molto alto, da quassù vedo una città di tetti con camini dalle forme più fantasiose, tegole di tante tonalità diverse, alcune tutte verdi, ricoperte di muschio; giardini chiusi nei cortili come pietre preziose incastonate…è uno spettacolo che toglie il fiato anche a me, bambina maschiaccio di 12 anni….
A malincuore, Jones distoglie lo sguardo dal tesoro accecante, e rivolge la sua attenzione alle tegole da rimettere a posto (perché piove giù, in cucina); maledizione, non ci arrivo, lo sapevo….
Con cautela, scivola fuori dal finestrino; rimanendo ben aggrappata allo stipite con la mano destra, allunga la sinistra verso le tegole….ancora un po’, dai, ancora un zic…..ci sono! (A volte, essere mancini aiuta)
Piano, pianissimo, le tegole ribelli tornano ai loro posti, almeno per il momento: poi, quando starà meglio, ci penserà papà a fissarle….fatto!
Caspita però, che meraviglia, sul tetto! Ora che ho fatto tutto, che ho superato anche questa prova, ecco che torna anche la mia baldanza di sempre….e la paura è già dimenticata.
Mentre torno verso la botola, raccogliendo quante più ragnatele mi è possibile, ripasso vicino al vecchio baule…..
La febbrile attesa è finita: è giunta l’ora di aprire L’Arca dell’Alleanza. Indiana Jones, accarezza dolcemente il coperchio dell’arca, avvicina le dita alla serratura, la fa scattare….hop-là!
Libri! Certamente testi rarissimi, nascosti lì dentro per evitare che i nazisti li bruciassero……devo salvarli!
Wow! Libri! Un po’ vecchiotti, un po’ impolverati, ma tutti sani, e tutti miei!!!!!!
Il problema ora è portarli giù; meno male che il mio grembiulino è largo, così ne raccolgo un po’, e lo tengo come fosse un fagotto…..camminare con in mano una candela e un fagotto di libri è tutt’altro che facile, specialmente se il fagotto in questione è il tuo vestito; ma ho bisogno di quei libri, (i miei li so ormai a memoria, e Natale è lontano…), così arranco dal baule alla botola per un numero vergognoso di volte: arrivo lì e li lascio cadere di sotto, uno per volta, cercando di non danneggiarli oltre.
Ecco Indi, che rientra trionfalmente al museo, con il frutto delle sue avventure…..
Allora? Ce l’hai fatta? Hai sistemato le tegole? Non avevi paura, a salire sul tetto?
Paura di salire su un tetto? E che ci vuole? Io non ho paura di niente!
Soltanto perché loro sono convinti che io non abbia paura di niente? Non è vero!
Accidenti, si è spenta: dove ho cacciato i fiammiferi? Ah, eccoli….nooo, mi sono caduti….presi!
Fiuuuu….
Ho paura si; ma ho anche questo maledetto amor proprio, che mi impedisce di dirlo. Il risultato? Eccomi qui; dove non vorrei assolutamente essere, a far qualcosa che non mi sento affatto in grado di fare…uffa.
Ma come faccio a passare di qui, ora? Ci passerò lì sotto? E se mi crolla tutto addosso? Bah, proviamo e via…si, dai che ci passo….
Certo, la colpa è mia; sono io, quella che si comporta come un maschiaccio. Sono io, quella che picchia più forte; e ahimè, sono io, quella che resta ferma mentre gli altri fanno un passo indietro….
Come dire; me la sono cercata.
Va a finire che mi perdo, qui; devo trovare qualche punto di riferimento per tornare indietro….bleah, che puzza! Ma cosa….oh…ecco cos’era: un topo morto! Bè, almeno sono sicura che lo ritroverò lì, al ritorno, eh eh….
Però non è giusto, ecco; non mi hanno lasciato scelta. Papà è ammalato, la mamma non se la sentiva, mia sorella è troppo delicata…..ero l’ultima rimasta, come potevo rifiutare anch’io? Sotto sotto, mi sa che mi hanno fregata, come al solito; sapevano, che lasciandomi per ultima, non potevo dire di no. La verità è che sono troppo ingenua, e mi “fanno su” con la carta velina. Uffa.
Caspita, guarda che meraviglia….chissà cosa c’è dentro; peccato che non posso fermarmi adesso. Però quando ritorno lo apro…..(se lo ritrovo), magari è la bara di qualche altro topo, ah ah…
Certo che dovrei proprio imparare a parlare chiaro; non è mica un disonore, aver paura! Non sono obbligata a fare l’ Indiana Jones in erba, per far piacere a loro….per loro no, però….
…..Ecco Indiana Jones, che senza paura (si fa per dire), si fa strada tra le rovine del tempio; (tempio magari no, ma rovine di sicuro, eh eh)
Avanza con circospezione, tenendo la candela protesa davanti a sé per illuminare eventuali trappole… e per non calpestare cose spiacevoli, si …(lo so, che ci voleva una torcia imbevuta di petrolio, ma la candela è tutto ciò che abbiamo, accontentiamoci).
Finalmente, laggiù in fondo si vede una luce; Jones sta per arrivare alla meta; ahiaaaa!!!!
Sarò imbecille, si? Mettermi almeno le scarpe chiuse….noooo; con le infradito, vengo qui….ma in fin dei conti ho 12 anni! Che ne sapevo io, di come si arriva su un tetto? Questo solaio è basso, sporco e scomodissimo; in compenso le mie ginocchia sono sbucciate un po’ più del solito…ma che botta sul ditone, sta già diventando blu. E comunque, le scarpe chiuse non le ho….magari prima che inizi la scuola, la mamma me le compra; mica posso andare a scuola con le infradito di gomma…
Ancora un piccolo sforzo, ed ecco apparire….l’abbaino, finalmente! Dunque, devo mettere qualcosa sotto per arrampicarmi fuori: ecco, questi mattoni vanno bene, papà ha detto che ce ne sono parecchi…
Mamma mia, il più è fatto, fin qui sono arrivata; ora viene il bello. Uscire sul tetto e sistemare le tegole ….ahimè, adesso ho davvero paura! Papà mi ha detto di non uscire del tutto: che le tegole da sistemare sono proprio lì di fianco, e che basta allungare il braccio……
Si, ma le mie braccia sono molto più corte delle sue….chissà se se lo ricordava; e se non ci arrivo?
Dopo aver completato una scala di fortuna….(forse era meglio impersonare Mc Gyver, mah…), Il nostro Indiana Jones in gonnella si arrampica sulla finestra dell’abbaino…..
Fantastico……mi dimentico le tegole, e mi incanto a guardare la città dal tetto; la mia casa è in un antico palazzo molto alto, da quassù vedo una città di tetti con camini dalle forme più fantasiose, tegole di tante tonalità diverse, alcune tutte verdi, ricoperte di muschio; giardini chiusi nei cortili come pietre preziose incastonate…è uno spettacolo che toglie il fiato anche a me, bambina maschiaccio di 12 anni….
A malincuore, Jones distoglie lo sguardo dal tesoro accecante, e rivolge la sua attenzione alle tegole da rimettere a posto (perché piove giù, in cucina); maledizione, non ci arrivo, lo sapevo….
Con cautela, scivola fuori dal finestrino; rimanendo ben aggrappata allo stipite con la mano destra, allunga la sinistra verso le tegole….ancora un po’, dai, ancora un zic…..ci sono! (A volte, essere mancini aiuta)
Piano, pianissimo, le tegole ribelli tornano ai loro posti, almeno per il momento: poi, quando starà meglio, ci penserà papà a fissarle….fatto!
Caspita però, che meraviglia, sul tetto! Ora che ho fatto tutto, che ho superato anche questa prova, ecco che torna anche la mia baldanza di sempre….e la paura è già dimenticata.
Mentre torno verso la botola, raccogliendo quante più ragnatele mi è possibile, ripasso vicino al vecchio baule…..
La febbrile attesa è finita: è giunta l’ora di aprire L’Arca dell’Alleanza. Indiana Jones, accarezza dolcemente il coperchio dell’arca, avvicina le dita alla serratura, la fa scattare….hop-là!
Libri! Certamente testi rarissimi, nascosti lì dentro per evitare che i nazisti li bruciassero……devo salvarli!
Wow! Libri! Un po’ vecchiotti, un po’ impolverati, ma tutti sani, e tutti miei!!!!!!
Il problema ora è portarli giù; meno male che il mio grembiulino è largo, così ne raccolgo un po’, e lo tengo come fosse un fagotto…..camminare con in mano una candela e un fagotto di libri è tutt’altro che facile, specialmente se il fagotto in questione è il tuo vestito; ma ho bisogno di quei libri, (i miei li so ormai a memoria, e Natale è lontano…), così arranco dal baule alla botola per un numero vergognoso di volte: arrivo lì e li lascio cadere di sotto, uno per volta, cercando di non danneggiarli oltre.
Ecco Indi, che rientra trionfalmente al museo, con il frutto delle sue avventure…..
Allora? Ce l’hai fatta? Hai sistemato le tegole? Non avevi paura, a salire sul tetto?
Paura di salire su un tetto? E che ci vuole? Io non ho paura di niente!
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