Prologo
Se aprite l’enciclopedia, sulla parola prezzemolo, troverete tra le altre, questa descrizione:
È velenoso per gatti, pappagalli e piccoli animali in genere, che infatti di norma evitano di cibarsene.
Ora, io non ho mai pensato di essere una gatto, neppure un pappagallo…e per il “piccolo animale in genere”, credo di avere un problema di dimensioni. Qualunque animale io sia, so con certezza che il prezzemolo mi fa male, e la storia che segue, ne è la riprova.
Dico riprova, perché so da anni, di avere questa…chiamiamola intolleranza, via: la verità è che se mangio qualche pietanza contenente questa apprezzatissima erba, io sto male davvero. A parte i “normali” sintomi da avvelenamento, l’effetto più disastroso sono le allucinazioni; più o meno mi fa l’effetto di una siringa di LSD formato famiglia, ecco! Per questo motivo, sto attentissima a evitarlo, e tutto è andato bene, fino a martedì…
Ma la mia storia inizia di sabato…
Sabato scorso, appunto, arrivai al paese dove da anni trascorro le mie (esigue) vacanze. Mentre, disfatti i bagagli mi riposavo sul dondolo, in attesa del pranzo, arrivò una comitiva di ciclisti, capitanata dal proprietario dell’albergo che mi ospita; passarono tutti in sala da pranzo, erano molto allegri e davvero tanti, per cui dovetti poi far alzare un signore da tavola, per poter uscire.
La sera, decisi di recarmi alla Messa prefestiva, ed essendo arrivata con qualche minuto di anticipo, vidi arrivare proprio l’uomo che avevo scomodato durante il pranzo; in jeans e Lacoste verde, capelli piuttosto lunghi, sui quaranta, salì sull’altare e si diede a disporre il necessario per la funzione.
La chiesa si andava riempiendo, e io guardavo quello che faceva, chiedendomi se fosse un giovane sagrestano o un chierichetto un po’ stagionato; poi sparì dietro l’altare, per riapparire dopo qualche minuto vestito da…era il parroco!
Esordì con: “Scusate se oggi sono un po’ rincoglionito, ma dopo la corsa in bici, sono stanchissimo…” E passò senz’altro a raccontare della gita, della corsa e della collaborazione tra i compagni. Devo dire che un prete così è sicuramente un personaggio interessante, e iniziò a balenarmi l’idea, visti i miei burrascosi precedenti religiosi, di farci un giorno quattro chiacchiere. La Messa finì prima che me rendessi conto, e me ne tornai allegramente in albergo, ripromettendomi di tornarci appena possibile, per fare qualche domanda a questo originalissimo Parroco.
Il giorno fatidico venne, ed era…martedì!
Martedì sera, andai di nuovo in chiesa per la Messa, e quando questa velocemente finì, aspettai che il Don (di cui tuttora ignoro il nome), potesse dedicarmi un momento per chiedergli un colloquio. “Subito!”, mi disse. Così ci trasferimmo in sagrestia, e chiacchierammo amichevolmente per una mezz’oretta. Mi consigliò di provare a leggere i Vangeli, una lettura però corsiva, tralasciando note e riferimenti: poi, se avessi voluto approfondire qualche punto, lui sarebbe stato disponibile a spiegarmelo.
Lo salutai, mi fermai in libreria, acquistai il libro dei Vangeli e me ne tornai in albergo. Mentre aspettavo la cena iniziai a leggere, e devo dire che la lettura si rivelò avvincente fin dall’inizio, con tutti quei diavoli, satanassi, ladri e traditori…meglio di un Fantasy…
Mi servirono la cena, e visto che ero sola a tavola, continuai a leggere…senza accorgermi di mangiare riso e prezzemolo...
Quando me ne accorsi era troppo tardi; l’avevo mangiato quasi tutto…Pensai che magari non sarebbe successo niente, che erano passati tanti anni, dall’ultima volta…
Invece no: avete idea, di quanti Diavoli ci fossero quella notte nella mia stanza? Erano decine! E io non potevo alzarmi, perché avevo mal di stomaco, e loro saltavano dentro dal balcone, avevano i forconi, entravano dalla porta chiusa (li vedevo, anche se erano al di là della porta), e mi volevano portare nella Geènna, là sarà pianto e stridore di denti…e io passai la notte a fissare la porta, perché se appena avessi distolto lo sguardo, Loro sarebbero entrati per portarmi via…
Al mattino, con gli occhi “a baletta”, mi addormentavo sulla tazza di latte della colazione; mi chiesero se avessi dormito bene, e io desiderai fortemente che uno dei Diavoli avesse dimenticato il forcone in camera mia, per inforcare il malcapitato seduta stante…controllai…li avevano portati via tutti!
È velenoso per gatti, pappagalli e piccoli animali in genere, che infatti di norma evitano di cibarsene.
Ora, io non ho mai pensato di essere una gatto, neppure un pappagallo…e per il “piccolo animale in genere”, credo di avere un problema di dimensioni. Qualunque animale io sia, so con certezza che il prezzemolo mi fa male, e la storia che segue, ne è la riprova.
Dico riprova, perché so da anni, di avere questa…chiamiamola intolleranza, via: la verità è che se mangio qualche pietanza contenente questa apprezzatissima erba, io sto male davvero. A parte i “normali” sintomi da avvelenamento, l’effetto più disastroso sono le allucinazioni; più o meno mi fa l’effetto di una siringa di LSD formato famiglia, ecco! Per questo motivo, sto attentissima a evitarlo, e tutto è andato bene, fino a martedì…
Ma la mia storia inizia di sabato…
Sabato scorso, appunto, arrivai al paese dove da anni trascorro le mie (esigue) vacanze. Mentre, disfatti i bagagli mi riposavo sul dondolo, in attesa del pranzo, arrivò una comitiva di ciclisti, capitanata dal proprietario dell’albergo che mi ospita; passarono tutti in sala da pranzo, erano molto allegri e davvero tanti, per cui dovetti poi far alzare un signore da tavola, per poter uscire.
La sera, decisi di recarmi alla Messa prefestiva, ed essendo arrivata con qualche minuto di anticipo, vidi arrivare proprio l’uomo che avevo scomodato durante il pranzo; in jeans e Lacoste verde, capelli piuttosto lunghi, sui quaranta, salì sull’altare e si diede a disporre il necessario per la funzione.
La chiesa si andava riempiendo, e io guardavo quello che faceva, chiedendomi se fosse un giovane sagrestano o un chierichetto un po’ stagionato; poi sparì dietro l’altare, per riapparire dopo qualche minuto vestito da…era il parroco!
Esordì con: “Scusate se oggi sono un po’ rincoglionito, ma dopo la corsa in bici, sono stanchissimo…” E passò senz’altro a raccontare della gita, della corsa e della collaborazione tra i compagni. Devo dire che un prete così è sicuramente un personaggio interessante, e iniziò a balenarmi l’idea, visti i miei burrascosi precedenti religiosi, di farci un giorno quattro chiacchiere. La Messa finì prima che me rendessi conto, e me ne tornai allegramente in albergo, ripromettendomi di tornarci appena possibile, per fare qualche domanda a questo originalissimo Parroco.
Il giorno fatidico venne, ed era…martedì!
Martedì sera, andai di nuovo in chiesa per la Messa, e quando questa velocemente finì, aspettai che il Don (di cui tuttora ignoro il nome), potesse dedicarmi un momento per chiedergli un colloquio. “Subito!”, mi disse. Così ci trasferimmo in sagrestia, e chiacchierammo amichevolmente per una mezz’oretta. Mi consigliò di provare a leggere i Vangeli, una lettura però corsiva, tralasciando note e riferimenti: poi, se avessi voluto approfondire qualche punto, lui sarebbe stato disponibile a spiegarmelo.
Lo salutai, mi fermai in libreria, acquistai il libro dei Vangeli e me ne tornai in albergo. Mentre aspettavo la cena iniziai a leggere, e devo dire che la lettura si rivelò avvincente fin dall’inizio, con tutti quei diavoli, satanassi, ladri e traditori…meglio di un Fantasy…
Mi servirono la cena, e visto che ero sola a tavola, continuai a leggere…senza accorgermi di mangiare riso e prezzemolo...
Quando me ne accorsi era troppo tardi; l’avevo mangiato quasi tutto…Pensai che magari non sarebbe successo niente, che erano passati tanti anni, dall’ultima volta…
Invece no: avete idea, di quanti Diavoli ci fossero quella notte nella mia stanza? Erano decine! E io non potevo alzarmi, perché avevo mal di stomaco, e loro saltavano dentro dal balcone, avevano i forconi, entravano dalla porta chiusa (li vedevo, anche se erano al di là della porta), e mi volevano portare nella Geènna, là sarà pianto e stridore di denti…e io passai la notte a fissare la porta, perché se appena avessi distolto lo sguardo, Loro sarebbero entrati per portarmi via…
Al mattino, con gli occhi “a baletta”, mi addormentavo sulla tazza di latte della colazione; mi chiesero se avessi dormito bene, e io desiderai fortemente che uno dei Diavoli avesse dimenticato il forcone in camera mia, per inforcare il malcapitato seduta stante…controllai…li avevano portati via tutti!
1 commenti:
Dopo aver letto... starò attento al prezzemolo.. non vorrei trovarmi pure io a dover combattere con diavoli e demoni.... Alvi.a
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